Nuovo Codice Deontologico Commercialisti: pubblicità vietata?

I commercialisti possono farsi pubblicità o è vietato?


Cosa dice il nuovo codice deontologico dei Commercialisti in merito alla pubblicità online (e offline)?


E' possibile? O si rischiano sanzioni?


In questo articolo diamo una risposta chiara, una volta per tutte, analizzando:


🔹ciò che possibile fare

🔹cosa non è ammesso

🔹come ottenere grandi risultati pubblicitari restando conformi al Codice Deontologico dei Commercialisti


Ecco l’indice dei contenuti:

Nuovo Codice Deontologico dei Commercialisti

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC)

nella seduta del 21 marzo 2024 ha approvato il nuovo Codice Deontologico della Professione.


Si tratta di un aggiornamento del precedente Codice, approvato dal CNDCEC in data 17 Dicembre 2015 e successivamente aggiornato nelle sedute del 16 Gennaio 2019 e dell’11 Marzo 2021.


Gli aggiornamenti si rendono necessari considerando che il contesto economico e professionale è in continua evoluzione, con una sempre più presente "digitalizzazione" che non può essere ignorata, né dai professionisti né dagli organi che regolamentano le attività.


Il Codice Deontologico dei Commercialisti è consultabile gratuitamente al seguente link del sito ufficiale del CNDCEC:


➡️ https://commercialisti.it/norme-per-la-professione/codice-deontologico/

Immagine 1: Pagina web del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili da cui è possibile scaricare il Codice Deontologico

Codice Deontologico dei Commercialisti e Pubblicità

I commercialisti possono farsi pubblicità?


Recentemente ho svolto un sondaggio per approfondire la conoscenza del codice deontologico dei commercialisti in merito alla pubblicità e i risultati sono stati interessanti:


  • circa il 45% dei commercialisti coinvolti è convinto che il codice deontologico vieti l’utilizzo della pubblicità per i commercialisti


  • il 24% invece ritiene che sia possibile utilizzare la pubblicità ma non conosce bene “i confini” da rispettare per evitare sanzioni o provvedimenti


  • il 12% crede sia possibile utilizzare la pubblicità e ha provato in maniera autonoma o tramite agenzie ma senza ottenere risultati concreti


  • il 19% pensa che sia possibile utilizzare la pubblicità senza farsi tanti problemi


Ma quindi qual è la verità?


In questo articolo ho analizzato il codice deontologico dei commercialisti, mostrando:


  • quali sono le indicazioni in materia di pubblicità


  • cosa è vietato e cosa è possibile fare


  • quali sono i rischi che si corrono ricorrendo alla pubblicità senza rispettare le indicazione del codice


  • qual è la soluzione che ti permette di ottenere grandi risultati senza rischi e nel rispetto del codice

Immagine 2: Risultati sondaggio tra i commercialisti - Cosa pensano sul Codice Deontologico in materia di pubblicità

Cosa dice il Codice Deontologico dei Commercialisti in materia di pubblicità

Entriamo subito nel cuore di questa analisi e vediamo cosa dice il codice deontologico in materia di pubblicità.


Di seguito trovi gli articoli di riferimento e il relativo approfondimento.

1) Articolo 44 - comma 1

“La pubblicità informativa, con ogni mezzo, avente ad oggetto l’attività professionale, le specializzazioni ed i titoli professionali posseduti, la struttura dello studio ed i compensi delle prestazioni, è libera.”

L’articolo 44, comma 1, conferma la possibilità di utilizzare, con ogni mezzo, la pubblicità informativa da parte dei commercialisti.


Ma cosa si intende per pubblicità informativa?


La pubblicità informativa si riferisce alla comunicazione che veicola informazioni relative all’attività professionale del commercialista, come le specializzazioni, i titoli professionali, la struttura dello studio, i compensi, e altre caratteristiche che aiutano il pubblico a comprendere l’offerta del professionista.


Questo tipo di pubblicità non deve essere ingannevole o sensazionalistica e deve limitarsi a rappresentare dati verificabili e utili al potenziale cliente per fare una scelta consapevole.


Inoltre, con la pubblicità informativa, è possibile veicolare informazioni relative alle tematiche di interesse dei potenziali clienti in un determinato ambito, sotto forma di documenti utili e informativi quali:


🔹ebook

🔹report

🔹approfondimenti

🔹analisi


Si tratta dunque di documenti “generici” e non elaborati sulle condizioni specifiche del singolo cliente.

2) Articolo 44 - comma 2

“Il messaggio pubblicitario e la scelta dei mezzi e degli strumenti di comunicazione, i quali devono avere fine esclusivamente promozionale, devono in ogni caso ispirarsi ed essere conformi al decoro e all’immagine della professione. È in particolare vietato inviare, anche tramite terzi, comunicazioni telematiche e messaggi elettronici a potenziali clienti, offrendo le proprie prestazioni professionali senza che questi ne abbiamo fatto richiesta.”

Analizziamo i singoli punti di questo comma.

"Il fine deve essere esclusivamente promozionale"

Ciò significa che il messaggio pubblicitario deve avere l’unico scopo di informare e/o promuovere l’attività del professionista.


Al contrario, i fini esclusi sono quelli di natura commerciale aggressiva, come messaggi che spingano alla vendita diretta con modalità insistenti, o che inducano il cliente a percepire il professionista come un venditore piuttosto che come un consulente esperto.


Questo aspetto è fondamentale:


a prescindere dal codice deontologico, essere percepito come un venditore è deleterio anche in termini di risultati di marketing e pubblicitari.


Per questo motivo, uno dei cardini delle strategie che adotto per i miei clienti, è il loro riconoscimento come consulente esperto di un dato settore.

"Divieto di invio di comunicazioni non richieste"

Il codice vieta di inviare email, messaggi o altre comunicazioni elettroniche a potenziali clienti con offerte dirette di prestazioni professionali, salvo che il destinatario abbia esplicitamente richiesto tali informazioni.


In pratica, è vietata ogni forma di marketing “selvaggio” e di spam.


Si vuole quindi evitare, ad esempio, l’invio massivo di email a liste di contatti acquistate online (attività, tra l'altro, poco efficace anche in termini di marketing).

"Possibilità di invio di email informative"

Diverso è il caso in cui si inviino mail informative e/o di approfondimento di tematiche di interesse a destinatari che abbiano fornito il consenso preventivamente: attività di questo tipo sono ammesse.


Se il messaggio si limita ad approfondire una problematica generica, le mail possono anche includere un link o un pulsante per ottenere ulteriori dettagli su richiesta del cliente.


Questa modalità rispetta quanto previsto dal codice, poiché non rappresenta un’offerta diretta e non è invasiva.


È importante che il messaggio sia presentato come un invito a ricevere maggiori informazioni, non come una promozione diretta

3) Articolo 44 - comma 4

“Nelle informazioni pubblicitarie non possono mai essere menzionati o indicati nominativi dei clienti o delle parti assistite, ancorché abbiano fornito il proprio consenso, e non possono mai essere promosse attività di altri soggetti.”

Questo aspetto è importante.


Anche se i clienti forniscono il loro consenso, il codice indica di non menzionarli o di non includerli nelle informazioni pubblicitarie.


Questo divieto mira a preservare la riservatezza e l’indipendenza del professionista, evitando qualsiasi percezione di favoritismi o promozioni personali.


In pratica: non è possibile utilizzare testimonianze, recensioni o casi studio che riportino esplicitamente i nomi dei clienti, nemmeno con il loro consenso.


E’ però possibile utilizzare casi studio in cui non venga riportato esplicitamente il nome del cliente, concentrandosi sugli aspetti informativi che si vogliono trasmettere.

4) Articolo 44 - comma 11

“Il sito internet del professionista o dello studio associato di cui fa parte non può contenere riferimenti commerciali o pubblicitari.”

Cosa vuol dire?


Il sito web di un commercialista non può includere elementi che promuovano servizi o attività in modo aggressivo o inappropriato.


Cosa si intende con “riferimenti commerciali o pubblicitari”?


Sono considerati tali i contenuti che:


  • Contengono inviti espliciti all’acquisto o alla sottoscrizione di un servizio


  • Presentano sconti, promozioni o campagne pubblicitarie che non rispettano il decoro della professione.


Un sito può contenere informazioni utili e descrizioni dei servizi offerti, purché siano presentate in modo sobrio e rispettoso del decoro professionale.

5) Articolo 24 - comma 7

“Il professionista non può proporre o pubblicizzare prestazioni professionali gratuite ovvero a prezzi meramente simbolici, in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo e strumento.”

Ecco un punto che spesso suscita incomprensioni e strategie errate.


Partiamo dal comprendere il “perché” di questo comma.


Il codice vieta di proporre o pubblicizzare prestazioni gratuite o a prezzi simbolici per evitare che si svaluti la percezione del valore della professione.


Quindi in nessun caso è ammesso che una prestazione professionale, la quale è generalmente valorizzata in X-mila euro, possa essere fornita gratuitamente o a prezzi simbolici.


Attenzione però a non interpretare erroneamente questo concetto.


In molti casi, i miei clienti erano inizialmente preoccupati dal fatto di non poter pubblicizzare quella che solitamente viene indicata come una “consulenza gratuita”.


Effettivamente, se ci fermiamo all’idea generale di “consulenza gratuita”, questa è perfettamente assimilabile a una prestazione professionale fornita gratuitamente.


Ed è, conseguentemente, sconsigliato pubblicizzarla.


In realtà, approfondendo, nella maggior parte dei casi che ho affrontato, quando si parla di “consulenza gratuita”, si fa riferimento a un momento (o un incontro) informativo assolutamente necessario per comprendere le esigenze del cliente.


E non a una prestazione offerta gratuitamente.


Immagino che, tuttora, ci siano situazioni in cui incontri un tuo potenziale cliente in studio, per capire le sue esigenze e cosa realmente tu possa fare per lui.


Bene, tutto ciò è, e continua ad essere, ammesso dal codice deontologico.


Per concludere, se il primo incontro non è pubblicizzato come consulenza gratuita, ma è indicato come un momento informativo per comprendere le esigenze del cliente, allora non c’è nulla di male.


E soprattutto non c’è nulla che vada contro il codice deontologico.


E’ dunque importante che il professionista consideri e presenti la “consulenza gratuita” come un’opportunità per discutere delle necessità del cliente e non come una prestazione in sé.


PS. Anche in questo caso, il marketing e il codice deontologico sono perfettamente allineati: fornire una prestazione gratuita, oltre a non essere ammesso dal codice deontologico, rischia di sminuire il tuo valore e la tua autorevolezza agli occhi del potenziale cliente.

6) Articolo 39 - comma 1

“Nei rapporti con la stampa e con tutti gli altri mezzi di informazione e di comunicazione sociale, ivi inclusi i social network, il professionista non deve fornire notizie coperte dal segreto professionale, spendere il nome dei propri clienti, enfatizzare le proprie capacità professionali e comunicare informazioni equivoche, ingannevoli o suggestive.”

Su questo punto credo ci sia ben poco da dire.


Sia nella comunicazione online, sia in quella “offline” i commercialisti non possono rivelare informazioni coperte da segreto professionale né tanto meno comunicare informazioni ingannevoli.


Credo che tutto ciò sia alla base di un corretto comportamento, a prescindere dalla pubblicità online.

7) Articolo 39 - comma 2

“Ferma restando l'osservanza dei doveri e il rispetto degli obblighi indicati negli articoli 6 commi 1 e 2, 11, 14 comma 2, 28 comma 1 e 29 comma 1, nell’utilizzo dei mezzi di comunicazione sociale, ivi inclusi i social network, l’iscritto deve astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa ledere l’onorabilità delle istituzioni, anche di categoria, o comunque nuocere all’immagine e al decoro della professione e degli iscritti.”

Anche in questo caso nulla di nuovo. E nulla da spiegare.


Per quanto in alcuni casi i social network siano pieni di utenti che “sparano a zero” sugli altri (senza conoscere realmente i fatti), il codice deontologico ricorda che i commercialisti devono astenersi da qualsiasi commento che possa inficiare l’immagine e il decoro della professione e degli iscritti all’ordine.

8) Articolo 14 - comma 2

“Il professionista non può usare, con qualsiasi modalità e strumento, espressioni sconvenienti, denigratorie ed offensive, sia nello svolgimento dell’attività professionale, sia al di fuori dello svolgimento dell’attività professionale. Il professionista, inoltre, non deve screditare o svilire le attività e le prestazioni professionali dei colleghi, incluse quelle di carattere istituzionale o espletate in organismi istituzionali di categoria.”

Anche questo punto credo che sia abbastanza chiaro.


I commercialisti non devono screditare o svilire i colleghi o le loro prestazioni, né tantomeno possono utilizzare espressioni offensive e denigratorie, con qualsiasi tipo di strumento, digitale (come sito web, blog, social, ecc) e non.

Cosa è ammesso dal Codice Deontologico dei Commercialisti

Ma quindi i commercialisti si possono pubblicizzare?


E in che modo?


Quali sono le attività ammesse?


Sicuramente la risposta alla prima domanda è “SI, I COMMERCIALISTI POSSONO UTILIZZARE LA PUBBLICITÀ".


Ovviamente fare un elenco esaustivo di tutto quello che è concesso e ammesso sarebbe complicato, considerando il fatto che ogni strategia di marketing deve essere personalizzata sul cliente specifico.

Esempi di attività di marketing o pubblicitarie ammesse dal Codice Deontologico dei Commercialisti

Ad ogni modo, per darti un’idea più chiara ti riporto, oltre a quanto hai già letto nel paragrafo precedente, alcune delle attività che puoi tranquillamente svolgere in conformità con il codice deontologico.

1. Sviluppo di un’offerta specifica per un problema del cliente

Si, puoi studiare un’offerta specifica per una determinata esigenza dei clienti.


Es. “Come ridurre la pressione fiscale nella tua azienda”.


L’importante è che l’offerta sia descritta in modo sobrio e non sensazionalistico.

2. Creare una landing page (pagina web) per far scaricare un documento informativo

Puoi creare o far realizzare una pagina di questo tipo, a condizione che il documento abbia finalità educative e non promuova esplicitamente servizi.


Esempio:


“Scopri i 5 errori più comuni nella gestione della contabilità di una azienda” → ✅ va bene


“Scarica il documento e acquista il mio servizio per l’elaborazione delle buste paga” → ❌ non va bene

3. Avviare campagne pubblicitarie su Meta (Facebook e Instagram) o LinkedIn per portare traffico alla tua landing page

Una volta creata la tua pagina web, coerentemente con il codice deontologico, puoi avviare o far avviare delle campagne pubblicitarie purché rispettino il decoro e si limitino a promuovere la possibilità di accedere al documento informativo.

4. Inserire un pulsante o un link nel documento per richiedere un approfondimento con un esperto

E’ una attività conforme al codice deontologico, purché tale approfondimento sia inteso come un incontro preliminare e non pubblicizzato come servizio professionale gratuito.

5. Inviare email informative

Se hai costruito nel tempo una lista di indirizzi email di utenti interessati alle tue tematiche e che ti hanno espressamente autorizzato all'invio di comunicazioni, puoi tranquillamente procedere con newsletter o email settimanali a scopo informativo.


L’importante è che trattino argomentazioni utili ai potenziali clienti e non rappresentino promozioni di servizi.

6. Creare una pagina web che parli delle esigenze dei potenziali clienti

Puoi creare una ulteriore pagina web purché la pagina descriva problematiche e soluzioni in modo sobrio, senza inviti espliciti all’acquisto, ma solo, eventualmente, a ulteriori approfondimenti con un consulente esperto.

Immagine 3: Esempi di attività di marketing e pubblicitarie ammesse dal Codice Deontologico

Come rendere le tue attività pubblicitarie pienamente conformi al Codice Deontologico

Ecco infine alcune raccomandazioni per rendere la pubblicità per il tuo studio commercialista conforme al Codice Deontologico:


🔹Evita di usare termini come “offerta gratuita” nelle comunicazioni. Utilizza invece frasi come “approfondisci con un esperto”.


🔹Assicurati che le landing page siano informative e non contengano riferimenti che potrebbero essere interpretati come promozioni aggressive.


🔹Presenta la consulenza iniziale come un incontro esplorativo, evitando di enfatizzare la gratuità.


🔹Punta sempre a far percepire la tua figura, attraverso la pubblicità, come consulente esperto e mai come venditore.


Se vuoi approfondire, in questo articolo del blog trovi 5 esempi reali di pubblicità vincente dei commercialisti + 4 esempi reali di pubblicità da non imitare.

Cosa rischi se non rispetti il Codice Deontologico dei Commercialisti

Il rispetto del Codice Deontologico è fondamentale per ogni professionista e i commercialisti non fanno eccezione.


In particolare, le disposizioni in materia di pubblicità e promozione rivestono un ruolo cruciale, poiché il confine tra ciò che è consentito e ciò che potrebbe essere considerato scorretto è spesso molto sottile.


Ignorare o sottovalutare queste regole può esporre il commercialista a diversi rischi, sia dal punto di vista etico che professionale.


D’altra parte, escludere a priori le attività pubblicitarie e un corretto posizionamento online, vuol dire rinunciare allo sviluppo della propria attività con il rischio, nel breve e medio termine, di avere grandi difficoltà ad acquisire nuovi clienti in un mercato in continua evoluzione.


Vediamo meglio.

Sanzioni, Reputazione, Danni Economici

Quali sono i rischi principali di chi non rispetta le disposizioni del codice deontologico in materia di pubblicità?

1. Sanzioni disciplinari

Il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha il compito di vigilare sull’osservanza del codice deontologico.


Un comportamento scorretto e non conforme al codice, può portare a richiami, sospensioni o, nei casi più gravi, alla radiazione dall’albo.

2. Danni alla reputazione

Un messaggio pubblicitario inappropriato o una sanzione disciplinare può compromettere seriamente la credibilità del professionista.


La fiducia dei clienti è un pilastro della professione, e qualsiasi azione che metta in dubbio la serietà o la trasparenza del commercialista può avere conseguenze a lungo termine.

3. Danni economici

Un’immagine pubblica danneggiata si traduce spesso in una perdita di fiducia da parte dei clienti attuali e potenziali.


Questo può portare a una riduzione significativa del portafoglio clienti e, di conseguenza, del fatturato.

In sintesi, la pubblicità è un’opportunità, ma deve essere gestita con attenzione e rispetto per le regole deontologiche affidandosi a professionisti del settore, e non a chi si occupa di marketing in generale.

Immagine 4: I rischi dei commercialisti che utilizzano la pubblicità senza rispettare il Codice Deontologico

I vantaggi di una pubblicità conforme con il Codice Deontologico dei Commercialisti

Perché non puoi rinunciare alla pubblicità al giorno d'oggi per il tuo studio commercialista?


Nel 2025, il mondo online rappresenta uno spazio imprescindibile per qualsiasi attività professionale.


I social media e le campagne pubblicitarie online non sono più semplici strumenti accessori, ma vere e proprie leve strategiche per acquisire visibilità e nuovi clienti.


Per i commercialisti, sfruttare questi canali significa non solo rimanere competitivi, ma anche prevenire il rischio di rimanere “indietro” (e senza clienti) in un mercato in continua evoluzione.


Ecco i principali vantaggi dei social e della pubblicità online per i commercialisti:


1️⃣ Visibilità maggiore: Attraverso i social media, un commercialista può raggiungere un pubblico più ampio, posizionandosi come esperto nel proprio settore.


2️⃣ Target mirato: Le piattaforme pubblicitarie come LinkedIn e Meta offrono strumenti per raggiungere un pubblico altamente specifico, riducendo i costi e massimizzando l’efficacia delle campagne.


3️⃣ Poca concorrenza: Proprio a causa della poca chiarezza sul codice deontologico in materia di pubblicità, ad oggi sono ancora pochi i professionisti che sfruttano in modo efficace il marketing online.


Di conseguenza, con una strategia efficace è ancora relativamente "semplice" ottenere grandi risultati.


Tra qualche anno non sarà più così.


Ti basta pensare ai professionisti del mondo "Salute & Benessere": le piattaforme online, ormai, ne sono piene ed è sempre più complesso distinguersi ed emergere.

Immagine 5: I vantaggi per i commercialisti che utilizzano la pubblicità online in conformità al Codice Deontologico

E se decidi di non utilizzare la pubblicità per il tuo studio commercialista?

Chi non adotta strategie digitali rischia di rimanere indietro rispetto ai competitor.


Nel giro di pochi anni, la mancanza di visibilità online può tradursi in un calo significativo dei clienti, che si affidano sempre più al web per selezionare i professionisti.


Chi non si adatta ai nuovi strumenti di marketing rischia di essere superato dai concorrenti che, invece, sfruttano le piattaforme digitali per costruire una presenza autorevole e attrattiva.


Nel giro di pochi anni, uno studio che non investe in visibilità online potrebbe trovarsi in difficoltà, perdendo clienti e opportunità di crescita.


Ignorare i social media significa rinunciare a una fetta significativa di potenziali clienti "oggi" e alla sopravvivenza della propria attività "domani".

Come ottenere risultati vincenti con la pubblicità senza violare il Codice Deontologico

In realtà la risposta è semplice: basta evitare i "tuttologi" e affidarti a esperti di marketing per il mondo dei commercialisti.


Infatti, pur essendo essenziale utilizzare i social e la pubblicità, è altrettanto importante farlo in modo corretto e conforme al Codice Deontologico.


Gli esperti di marketing “generico” rischiano di fare più danno che altro.


Al contrario, i professionisti specializzati nel marketing per commercialisti, rappresentano un alleato prezioso perché:


🔹Conoscono le normative ed evitano violazioni: Sono in grado di creare campagne pubblicitarie efficaci (cioè che ti portano risultati veri) e, al contempo, rispettose delle regole deontologiche, senza farti correre rischi


🔹Costruiscono strategie personalizzate: Sviluppano piani di comunicazione su misura, valorizzando le competenze del professionista e attirando il pubblico ideale


🔹Risparmiano tempo e risorse: Permettono al commercialista di concentrarsi sulla propria attività, senza doversi preoccupare degli aspetti tecnici o normativi del marketing


🔹Massimizzare i risultati: Costruiscono una strategia di posizionamento su misura che attiri i clienti giusti, senza compromettere la professionalità


🔹Rafforzare l’immagine dello studio: Riescono a comunicare competenza, valore e affidabilità attraverso canali moderni nel pieno rispetto del Codice Deontologico


🔹Ti garantiscono un ritorno economico maggiore a fronte di investimenti pubblicitari inferiori: Sapendo esattamente come agire, riescono a ottimizzare l'investimento pubblicitario richiesto, massimizzando i risultati ed evitando danni economici derivanti dalla violazione del Codice Deontologico

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Immagine 6: Come ottenere risultati concreti grazie alla pubblicità online nel rispetto del Codice Deontologico - Marketing "generico" vs Marketing specialistico

Conclusioni

Come abbiamo visto, il codice deontologico non vieta ai commercialisti di fare pubblicità, ma stabilisce alcuni paletti da rispettare.


È quindi importante non escludere a priori la possibilità di promuovere la propria attività pensando che non sia consentito, poiché non è così.


Al contrario, è assolutamente possibile fare pubblicità, ottenere grandi risultati e far crescere il proprio studio in modo professionale e nel pieno rispetto delle regole deontologiche.


Non sfruttare questa opportunità potrebbe limitare significativamente la crescita della tua attività, mettendola in difficoltà nel giro di pochi anni.


Al momento, partire con una strategia di marketing digitale ti darebbe un vantaggio competitivo:


🔹la maggior parte dei commercialisti pensa ancora che non sia possibile fare pubblicità, lasciando spazio a chi decide di agire per primo.


D’altra parte, per ottenere grandi risultati, è fondamentale affidarsi a esperti di marketing che conoscano il mondo dei commercialisti.


Solo così potrai sviluppare strategie efficaci, capaci di generare un alto ritorno sull'investimento e, al tempo stesso, rispettare il codice deontologico.


Questo è esattamente ciò che faccio con Marketing Commercialisti: aiuto i professionisti come te a promuovere la propria attività e ad acquisire clienti high ticket, garantendo risultati concreti e sostenibili, nel rispetto del codice deontologico.

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